La compravendita di auto usate e i rischi per chi vende

rischi vendita auto

Hai un’automobile ancora in condizioni accettabili ma di cui vuoi liberarti? Invece di farla demolire, potresti venderla.

Hai due possibilità per procedere:

  1. Puoi portarla da un concessionario
  2. Oppure puoi occupartene personalmente, magari pubblicando degli annunci su internet.

Se decidi di fare per conto tuo, sappi che i rischi per chi sceglie di vendere una macchina, possono essere di vario genere, molti dei quali legati a dei raggiri da parte di persone disoneste.

Continua a leggere questo articolo per scoprire quali sono le truffe più diffuse per i venditori o aspiranti venditori di auto usate.

 

Il rischio di riciclaggio di denaro

L’acquirente che si dice interessato a una automobile usata, potrebbe approfittare dell’acquisto per riciclare denaro sporco, ottenuto da attività illecite o non dichiarate ai fini fiscali.

L’ignaro venditore risulterebbe in questo caso vittima di un raggiro, nonostante sia riuscito a cedere il suo veicolo. Infatti diverrebbe complice inconsapevole di un’azione gravissima, e ciò potrebbe comportargli molti problemi.

Ma come funziona la pericolosa strategia di chi vuole riciclare soldi comprando una vettura usata?

Solitamente l’acquirente versa un bonifico al venditore molto più alto rispetto al prezzo pattuito per l’auto. Poi spiega che si è trattata di una svista, e si fa restituire la somma in eccesso mediante un servizio di trasferimento di denaro.

 

Il rischio dell’assegno non coperto

La persona interessata all’auto usata potrebbe manifestare l’intenzione di pagarla offrendo un assegno. Di norma, per incassare un assegno ci si reca in banca chiedendo di versare i soldi sul proprio conto corrente. Dovrà però passare qualche giorno prima che la banca si accerti che quell’assegno sia o meno coperto.

Se l’assegno risulterà scoperto, chi ha ceduto la macchina potrebbe essere stato truffato.

In genere chi mette in pratica questo tipo di raggiri, è in possesso di documenti di identità falsi, ed è molto abile nel far perdere le tracce della macchina acquistata, che magari porta con sé all’estero cambiandole pure targa.

 

Il rischio dell’assegno falso

Oltre alla truffa dell’assegno non coperto spiegato nel paragrafo precedente, esiste anche la possibilità che l’interessato alla macchina usata offra un assegno falso.

In un primo momento, per il venditore truffato, potrebbe risultare impossibile accorgersi che si tratti di un assegno non vero. Potrà capire di essere stato raggirato soltanto dopo un’attenta verifica da parte della banca.

Il truffatore potrebbe riuscire a farla franca se si presentasse al venditore con documenti di identità anch’essi falsi, e se successivamente facesse sparire le tracce sue (magari scappando all’estero) e dell’auto ottenuta.

 

La truffa del pagamento in contanti falsi

Quando il cliente interessato a comprare un’auto usata opta per il pagamento in contanti, anche in questo caso esiste il rischio per l’aspirante venditore di venire raggirato, e di perdere la propria macchina senza guadagnarci nulla.

Infatti, se il cliente è disonesto, il denaro che offre potrebbe essere falso.

E chi produce denaro falso in maniera molto precisa, fa in modo che sia estremamente difficile riuscire a capire che si tratti di banconote non vere.

In quel caso quindi, sarebbe decisamente complicato evitare la truffa.

Del resto, molto spesso è davvero molto difficile distinguere tra contanti veri e quelli falsi, realizzati con accuratezza persino da chi lavora in banca. Non a caso, le banche dispongono di appositi macchinari, proprio per riuscire a distinguere tra soldi reali e contante farlocco.

 

La truffa della finta tassa straniera

Un altro pericolo per chi decide di vendere un’automobile usata è rappresentato dalla truffa della tassa straniera.

Di cosa si tratta? Di una finta imposta che può essersi inventato un truffatore, dopo aver dichiarato all’aspirante venditore di voler acquistare la macchina.

Affinché la truffa vada a buon fine, l’aspirante venditore deve pagare questa tassa.

Per convincerlo a sborsare il denaro, di solito il raggiratore spiega che lui non è italiano ma che deve venire a vivere in Italia. Afferma inoltre che prima di recarsi nel nostro Paese, ha bisogno di comprare una macchina il più presto possibile, va di fretta, e non ha tempo per vedere il veicolo da vicino.

Questa persona disonesta, che si finge interessata all’auto, spiega anche che non può concludere l’acquisto in quello stesso momento, ma potrà farlo solo qualche giorno più tardi, perché deve prima sbrigare delle pratiche locali che sono fondamentali proprio per poter comprare il veicolo.

Il raggiratore in questione dice anche che l’aspirante venditore sarà contattato tra qualche giorno da un ente istituzionale (riguardante il Paese straniero in cui il truffatore stesso afferma di vivere).

La truffa poi prosegue nel modo seguente: qualche giorno dopo aver parlato con la persona che si è finta interessata all’acquisto, l’aspirante venditore riceve un messaggio dal sedicente ente istituzionale.

In questo messaggio gli viene chiesto di pagare una determinata somma di denaro (per esempio il 10% rispetto al prezzo pattuito per la vendita dell’auto). Nel messaggio viene precisato che il pagamento di questa tassa straniera è necessario affinché lui possa finalmente cedere l’auto al cliente.

Qual è il risultato finale di questo tipo di truffa? La risposta è facile da intuire: l’aspirante venditore rimarrà con la sua macchina usata ma perderà dei soldi.